Gli impatti del coronavirus nel mondo Digital
- Lilkovic
- 7 apr 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 8 apr 2020
l'auto-isolamento per il coronavirus porta i cittadini a cercare nel digitale la risposta alle necessità di approvvigionamento e di intrattenimento, attraverso gli acquisti online di beni primari (ma non solo) e la fruizione, ad esempio, di video on demand
Un’indagine Nielsen sulle vendite online dei prodotto di largo consumo testimonia un aumento da fine febbraio di oltre l’80% rispetto allo scorso anno
Le misure imposte per arginare il diffondersi dell’epidemia da Coronavirus stanno cambiando profondamente le nostre abitudini, anche d’acquisto. Quarantene forzate e smart working obbligato costringono le persone a condurre una vita molto più casalinga e gli effetti si leggono immediatamente sui consumi. Un’indagine Nielsen sulle vendite online dei prodotto di largo consumo, ad esempio, testimonia un aumento dall’ultima settimana di febbraio fino alla prima di marzo di oltre l’80% rispetto allo scorso anno, con un incremento di 30 punti percentuale se riferite al periodo che ha preceduto l’esplosione dell’emergenza legata al COVID-19.

“Un’impennata comprensibile, ma non prevedibile - dice Anastasia Sfregola, sales manager per l’Italia di Kooomo piattaforma e-commerce di ultima generazione che aiuta le aziende a vendere di più e meglio online - dal punto di vista gestionale, infatti, per chi opera nel settore, è stato come trovarsi a fronteggiare improvvisamente una mole di ordini che fino ad oggi si era verificata solo in giorni precisi e prestabiliti, come il Cyber Monday o il Black Friday”.
Ma quali sono le task che vanno implementate per gestire in maniera efficiente il surplus di ordini? “Secondo la nostra esperienza, gli aspetti che devono essere tenuti sotto controllo sono essenzialmente 4: la velocità del sito, il magazzino, l’assistenza clienti e l’approvvigionamento della merce” risponde l’esperta. “Bisogna essere in grado di garantire uptime e velocità del sito anche con l’aumento esponenziale di contatti, fornire all’utente diverse opzioni di acquisto per facilitare il ritiro della merce e mettere a disposizione del cliente un customer care multilingue attivo 24 ore su 24”.
Quello che emerge, in sintesi, è che questo particolare momento non influisce unicamente sui consumi, ma anche sulle professionalità che ruotano intorno alle vendite online. “Certo - asserisce Sfregola - ancora una volta vince chi per primo si è aperto al digitale investendo su tecnologia e formazione di professionalità skillate per il settore”. E continua: “Prendiamo l’assistenza clienti: l’aumento degli ordini generato da una percepita emergenza, per esempio, rende l’utente più vulnerabile e spesso bisognoso di rassicurazioni. Ma anche l’e-commerce manager oggi più che mai si trova in un ruolo ibrido dove le competenze online si uniscono a quelle di problem solving, tanto che si arriva a parlare di crisis e-commerce manager”.
Secondo le ultime disposizioni del Governo, anche i ristoranti e i bar osservano la chiusura al pubblico, ma la consegna di cibo a domicilio rimane nella maggior parte dei casi un’opzione che, se prima veniva percepita come valore aggiunto, ora rappresenta un servizio di primaria importanza per i cittadini italiani
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